Taino (VA) – Parco della contemplazione

segnalato da Maria Grazia Ferraris

Un piccolo misterioso luogo è Taino, un minuscolo paese, situato su di una collina da cui si gode una splendida vista sul lago Maggiore meridionale e sul massiccio del Monte Rosa, tra Sesto Calende ed Angera. Metà del suo territorio è costituito da boschi di castagni, betulle, robinie, querce e pini silvestri. Luoghi di silenzi, in generale, di assoluta sospesa quiete. Proprio al centro del paese un’ampia zona verde che incanta per il suo unico e suggestivo panorama, un’area urbana di compensazione, di riflessione, di sosta e di contemplazione che favorisce l’incontro e la sosta: è frutto di una ricerca progettuale di Giò Pomodoro durata ben dieci anni (1981-1991), autore della megascultura “Il Luogo dei quattro punti cardinali” situata al centro del parco, con sullo sfondo il castello di Angera.

È un luogo armonico e naturale, con un monumento “Il luogo dei quattro cantoni”, dedicato ai caduti per la pace, come si legge inciso sulla pietra in porfido posta all’ingresso, con un verso dantesco “…e quindi uscimmo a riveder le stelle”. La monumentale scultura è in pietra tagliata, semilavorata o grezza – granito bianco, rosa e grigio di Baveno e Montorfano -, declinata con il contributo architettonico del ferro e dell’acqua, ed è ricca di riferimenti simbolici, calcolati con riferimenti numerici studiati e precisi che giocano con gli elementi naturali: il sole, la luce, l’ombra.

Sulla base quadrata sono incisi i punti cardinali. Ad est la grande porta che simboleggia il Tempo, Chronos, una trave spezzata e i grossi blocchi di pietra erosi, simbolo della consunzione che il tempo opera, ad ovest una grande Tau, simbolo della fatica umana, un masso quadrato in pietra grigia dove si può leggere la parola OPUS, l’opera intelligente dell’uomo che costruisce la civiltà, l’homo faber, a sud il cubo-sfera con la scritta Ad Sidera, l’invito a volgere pensieri e azioni alle stelle.Al centro un pilastro, lo gnomone, dedicato ad Apollo, il Sole, il simbolo dell’universo maschile. I giochi di luce ed ombra nelle varie stagioni indicano il solstizio, gli equinozi, le stelle più luminose – Deneb e Capella – visibili allo zenit del paese. La vasca è a forma di luna, simbolo della ciclicità e della fertilità dell’universo femminile. Un gorgoglio d’acqua nel silenzio del luogo aumenta il senso di pace che emana dalla misteriosa costruzione. Una scalinata collega il centro abitato del paese passando attraverso l’itinerario nel parco, con il cimitero sottostante, quasi un simbolo dell’unione tra “il paese dei vivi e il paese dei morti”

È davvero un luogo di silenzio, pace e meditazione.