DO YOU SPEAK SILENZIO?
Leggere tra le righe, comunicare oltre le parole
- E’ più importante quel che si dice o quel che si tace?
- Può il silenzio essere una forma di comunicazione? E come?
- Quali forme di silenzio possono aggiungere intensità, efficacia, emozione, credibilità, potere persuasivo a quello che diciamo?
- Esiste una musica del silenzio?
Un viaggio interdisciplinare che esplora le applicazioni del silenzio nell’arte, nella psicoanalisi, nella filosofia, nella musica, nel marketing e nella pubblicità.
Sa ben parlare chi sa ben tacere
24 novembre IULM 4, Aula 401 – ore 16,30-19,30
In occasione del 50esimo libro del silenzio, pubblicato da Mimesis, nella collana di Accademia del Silenzio, IULM organizza un incontro con i fondatori di Accademia del Silenzio, Duccio Demetrio e Nicoletta Polla-Mattiot, e alcuni degli autori della collana: Antonio Prete, Niccolò Nisivoccia, Stefano Raimondi, Nicolò Terminio. L’incontro si concluderà con la lezione-concerto del musicista Emanuele Ferrari.
PROGRAMMA
ore 1630
Duccio Demetrio in dialogo con Antonio Prete
ore 1730
Silenzio multidisciplinare. Quattro autori, quattro discipline, quattro sguardi sul silenzio: Stefano Raimondi, Paolo Biscottini, Nicolò Terminio, Niccolò Nisivoccia ore 1830
Nel grembo del silenzio: Schubert
Improvviso Op. Post. 142 n.3 in si bemolle maggiore. Al pianoforte Emanuele Ferrari
I pezzi di Schubert sembrano scritti per pochi amici e senza pretese di eternità: un’apparenza umile che nasconde però una toccante capacità di andare al fondo delle cose. Questa musica lascia dietro di sé un silenzio profondo, che sembra riconciliarci con l’esistenza e il suo travaglio: “Il canto che singhiozza è un canto di pace” (Montale).
Introduce Stefano Lombardi Vallauri
Coordina Nicoletta Polla-Mattiot
L’ingresso è aperto a tutti gli studenti IULM e alla cittadinanza
Imparare a usare il silenzio è come imparare una nuova lingua
MIMESIS E LA COLLANA ACCADEMIA DEL SILENZIO
Primo incontro: un dialogo dal 1° al 50° volume
Il taccuino n. 50: Del Silenzio, di Antonio Prete
Prose e versi che interrogano il silenzio, la sua presenza nel visibile e nel teatro dell’interiorità, il suo legame con la parola, con il mostrarsi del paesaggio, della luce e delle ombre, con le forme del desiderio e del ricordo. Una meditazione, per frammenti, intorno al rapporto tra il silenzio e la lingua materna, tra il silenzio e la nascita della poesia, tra il silenzio e il prender forma del suonosenso, proprio della parola poetica. Passaggi ed escursioni ai margini dei silenzi che abitano i Canti e le Operette morali di Leopardi e che trascorrono nei versi dei Fiori del Male di Baudelaire. Con modulazioni diverse della scrittura – esegesi, racconto, poesia – queste pagine raccontano le forme del silenzio, il loro configurarsi come altro dal rumore del mondo, il loro muovere verso il nome, facendosi fondamento e ritmo della lingua poetica.
Antonio Prete ha insegnato Letterature comparate all’Università di Siena. Della sua attività di critico, poeta e narratore ricordiamo i saggi Prosodia della natura (1993), Finitudine e Infinito. Su Leopardi (1998), Trattato della lontananza (2008), All’ombra dell’altra lingua. Per una poetica della traduzione (2011), Il cielo nascosto. Grammatica dell’interiorità (2016), La poesia del vivente. Leopardi con noi (2019), i volumi di poesie Se la pietra fiorisce (2012), Tutto è sempre ora (2019) e le prose narrative L’imperfezione della luna (2000), L’ordine animale delle cose (2008) e Quaderno delle stagioni (2018). Ha tradotto I fiori del male di Baudelaire e altre opere di illustri poeti francesi nell’antologia L’ospitalità della lingua (2014). I suoi scritti sono stati tradotti in diverse lingue.
Il taccuino n. 1: I sensi del silenzio. Quando la scrittura si fa dimora, di Duccio Demetrio
Il silenzio abita la scrittura, la favorisce e ne ha bisogno. E’ un’alleanza antica intramontabile. Raccontiamo meglio il mondo, le cose, noi stessi grazie a parole che svincolatesi dal silenzio sanno ritornarvi. La scrittura ci educa ad apprezzarne di più il valore. Nel fragore della vita, ci aiuta a coltivare e a difendere stati d’ animo ignoti che soltanto nel silenzio possono emergere. Ignoti a chiunque non scriva e non ami il silenzio. Un Taccuino che, al contempo, ci invita a cercare luoghi e momenti di silenzio per scrivere di noi, della natura, degli altri. Per incontrarlo, per ricordare quegli istanti. Per riscoprire il piacere di scrivere.
Duccio Demetrio già professore ordinario di Filosofia dell’educazione e di Teorie e pratiche della narrazione all’Università degli studi di Milano-Bicocca. è fondatore della Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari con Saverio Tutino. Attualmente è Direttore del Centro Nazionale di Ricerche e Studi Autobiografici ‘Athe Gracci’. Si occupa di pedagogia sociale, educazione permanente, educazione interculturale ed epistemologia della conoscenza in età adulta. Fra i suoi saggi più recenti: Filosofia del camminare (2005); La vita schiva (2007); Ascetismo Metropolitano (2009); La religiosità degli increduli (2011); Perché amiamo scrivere (2011); Green autobiography. La natura è un racconto interiore (2015); Ingratitudine. La memoria breve della riconoscenza; La vita si cerca dentro di sé. Lessico autobiografico (2017); Foliage. Vagabondare in autunno (2018); All’antica. Una maniera di esistere (2021). Ha fondato, con Nicoletta Polla-Mattiot, l’Accademia del Silenzio.
Secondo incontro: gli autori e i taccuini della tavola rotonda
L’immagine diario del silenzio, di Paolo Biscottini
La lettura dell’immagine scava nelle profondità dell’animo e ne disvela il sentire. è memoria che silenziosamente riveste il presente, dilatandolo oltre i confini del tempo. La riflessione su alcune opere d’arte e una breve digressione su Rothko, visto per la prima volta a sedici anni, conducono
l’autore al misterioso “farsi” della poesia e dunque dell’arte, dove ritrovarsi e scoprire con uno sguardo nuovo il mondo intero.
Paolo Biscottini vive a Milano dove dirige il Museo Diocesano, di cui è stato uno dei fondatori alla fine degli anni Novanta. È stato direttore dei Musei Civici e della Villa Reale di Monza e di Palazzo Reale a Milano. Attualmente affianca alla direzione del Museo l’insegnamento di Museologia e di Istituzioni di Storia dell’Arte all’Università Cattolica di Milano, dove dirige un Master in Museologia e Museografia. Ha realizzato mostre di arte moderna e contemporanea, e pubblicato libri, cataloghi e saggi di Storia dell’Arte e di Museologia.
Portatori di silenzio, di Stefano Raimondi.
Mettersi in ascolto è già presidiare il luogo del silenzio; è già presenziare davanti al suo inizio con la propria postura, la propria condizione, la propria storia, stabilendo con esso una sorta di patto d’attenzione. Da questo momento in poi il silenzio non sarà più un vuoto nulla, un niente che inquieta e perturba, una situazione posta semplicemente in assenza di rumore, ma al contrario, un luogo nel quale e con il quale incominciare a realizzare un contesto nuovo: un’originaria narrazione di sé. Stefano Raimondi (Milano, 1964) poeta e critico letterario, laureato in Filosofia (Università degli Studi di Milano). Sue poesie sono apparse nell’Almanacco dello Specchio (2006) e su Nuovi Argomenti (2000; 2004). Ha pubblicato Invernale (1999); Una lettura d’anni, in Poesia Contemporanea. Settimo quaderno italiano (2001); La città dell’orto (2002); Il mare dietro l’autostrada (2005); Interni con finestre (2009). È inoltre autore di saggi come: La ‘Frontiera’ di Vittorio Sereni. Una vicenda poetica (1935-1941) (2000); Il male del reticolato. Lo sguardo estremo nella poesia di Vittorio Sereni e René Char (2007). E’ membro fondatore dell’Accademia del Silenzio.
Tradurre il silenzio, di Nicolò Terminio.
L’esperienza del silenzio è un modo per ritrovarsi autenticamente con se stessi e con gli altri. Il silenzio circoscrive il rapporto con l’Altro, con l’immagine di sé e con il proprio corpo. Altro, immagine, corpo: in ciascuno di questi livelli di esperienza il silenzio si fa segno di una presenza e, al contempo, di un’assenza. In questo taccuino l’autore ci porta dentro l’esperienza psicoanalitica esplorando le vie in cui tale presenzaassenza si manifesta nel rapporto con il proprio inconscio. L’inconscio si rivela infatti come parola e silenzio, come eco del passato e come segno ancora muto che attende di essere tradotto in avvenire. Il viaggio e la relazione psicoanalitica sono un’occasione per mettersi sulle tracce di ciò che era stato già scritto nel destino del soggetto e sulle tracce silenziose che custodiscono ancora un nuovo avvenire.
Nicolò Terminio psicoterapeuta e dottore di ricerca, pratica la psicoanalisi a Torino. La sua attività di ricerca è rivolta alla clinica dei nuovi sintomi e al rapporto tra metodo e creatività in psicoanalisi. Tra i suoi libri: Misurare l’inconscio? Coordinate psicoanalitiche nella ricerca in psicoterapia (2009), La generatività del desiderio. Legami familiari e metodo clinico (2011) e Teoria e tecnica della psicoanalisi lacaniana (2016).
Il silenzio del noi, di Niccolò Nisivoccia (in corso di pubblicazione)
Il silenzio non abita più qui, per queste strade. Lo abbiamo rotto, violato, smarrito. Era dentro un pomeriggio d’estate: nell’aria immobile di giorni brucianti, al confine fra un’epoca e l’altra – Moro era morto da poco, ma fra poco l’Italia sarebbe tornata a far festa, la paura sarebbe stata dimenticata. Era fra le mani dei nostri padri, che solo molti anni più tardi avremmo capito; di padri che non avevano bisogno di parlare, né intendevano farlo. Ma non è forse vero che altrove si parlava comunque tantissimo? Si parlava nelle riunioni di partito, nelle aule e nelle palestre scolastiche, nei dibattiti pubblici. Ciascuno parlava per sé, naturalmente, ma anche per un’idea. Erano idee messe al servizio non di sé stessi, come individui, ma di un soggetto comune, di un “noi”, nel quale le individualità potevano e dovevano confluire. Da un certo momento in avanti ciascuno ha preso a parlare solo per sé, senza più pretendere né desiderare di parlare anche per altri; senza più aspirare alla condivisione
delle parole, dentro un silenzio che le accogliesse. Ed ecco dove e quando è sparito il silenzio dei nostri padri: è sparito insieme a noi, è crollato insieme al “noi”.
Niccolò Nisivoccia. Avvocato, in passato, ha collaborato con la cattedra di diritto fallimentare dell’Università degli Studi di Milano ed è stato membro della Commissione Procedure Concorsuali presso il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Milano, consigliere onorario della Fondazione Centro Nazionale Studi Manzoniani e coordinatore regionale per la Lombardia dell’associazione Diritti in movimento. È membro del comitato di redazione della Rivista di diritto processuale; membro della redazione scientifica di Milano de il Fallimentarista; membro del Comitato direttivo dell’Osservatorio sul Debito Privato presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore; membro del Consiglio direttivo della S.I.S.CO; membro dell’AIGLI; membro della Fondazione Centro Nazionale di Prevenzione e Difesa Sociale. È autore di Sulla fragilità (Le Farfalle, 2019), Variazioni sul vuoto (Le Farfalle, 2020) e Quasi una cosmologia (Interno Libri, 2021) e del saggio La rinascita del debitore (Il Sole 24 Ore, 2020) e coautore, con Adolfo Ceretti, di Il diavolo mi accarezza i capelli (il Saggiatore, 2020).
Terzo incontro: Silenzio e Musica
Ascoltare il silenzio. Viaggio nel silenzio in musica, di Emanuele Ferrari
Il silenzio è una condizione indispensabile per accostarsi alla musica e goderne, ma è anche una dimensione della musica stessa e, più in generale, di un’esperienza musicale consapevole. C’è il silenzio che circonda la musica e quello che è dentro di noi, il silenzio evocato dai grandi interpreti e quello miscelato con i suoni dai compositori. Ascoltare il silenzio conduce il lettore, con un linguaggio semplice e chiaro, a scoprire e ad apprezzare questo aspetto poco appariscente, ma anche misterioso e affascinante, dell’arte dei suoni.
Emanuele Ferrari è pianista e ricercatore di musicologia e storia della musica presso l’Università di Milano-Bicocca, dove insegna Musica e didattica della musica. E’ autore di quattro monografie e decine di saggi di estetica e critica musicale. Ha tenuto concerti, lezioni-concerto, master classes, relazioni a convegni, conferenze, e pubblicato saggi, in: Italia, Svizzera, Francia, Spagna, Germania, Olanda, Svezia, Cipro, Colombia, Brasile e Stati Uniti. I suoi spettacoli pianistici e narrativi sono stati trasmessi in TV sul canale satellitare Sky Classica HD e per radio da La Fenice Channel, radio web del teatro La Fenice di Venezia. Per l’originale attività artistica e l’innovativa didattica universitaria ha ottenuto il Silver Award nella competizione internazionale Reimagine Education Awards di Philadelphia nella categoria Coltivare la curiosità, premio più alto ottenuto da un ateneo italiano nel 2016. La sua biografia è stata inclusa nel Marquis Who’s Who in the World 2015 e 2016. E’ membro fondatore dell’Accademia del Silenzio.