Tornare in Calabria a parlare di antichi (e moderni) silenzi

di Luigi Spina

A metà settembre del 1989, quasi trent’anni fa, si svolse a Camigliatello Silano un convegno internazionale: La Retorica. Stato della ricerca Prospettive Metodi.  Ero fra gli organizzatori e ricordo bene la curiosità per il titolo di una comunicazione: Le funzioni comunicative del silenzio. La propose una giovane studiosa formatasi all’Università di Torino, alla scuola di Adriano Pennacini, futuro Presidente, nel 1991, della International Society for the History of Rhetoric. Cominciò così il mio interesse per il silenzio, nel consolidarsi professionale delle ricerche sulla storia della retorica. E cominciò , soprattutto, l’amicizia, che continua e si rinnova attraverso esperienze comuni, con Nicoletta Polla Mattiot, ora giornalista affermata e cofondatrice, con Duccio Demetrio, dell’Accademia del Silenzio. Alla quale approdai anche io come promotore, condividendo con Giorgio Ieranò il profilo di antichista, fra filosofi, giornalisti, psicologi, scrittori, poeti, musicisti ecc. ecc.  Nel 2015 uscì, a doppia firma (Ieranò e Spina) il Taccuino n. 23 della collana Mimesis/Accademia del Silenzio, diretta proprio da Nicoletta e Duccio. Antichi silenzi, così decidemmo di intitolarlo, per marcare l’idea forte di un’esperienza che si è però articolata, declinata, coniugata – si scelga la metafora grammaticale che più piace – in modi e forme diverse nel corso dei secoli, fino ai giorni nostri. Il mio contributo fu dedicato a Imporre il silenzio. Nella quarta di copertina  parlavamo della ricerca contemporanea di un silenzio sostenibile. Una proposta e una ricerca di cui ho avuto modo di verificare l’esigenza e la voglia di discuterne tornando in Calabria per quattro giorni, su invito della professoressa Patrizia Curcio, del liceo classico Galluppi di Catanzaro, nell’ambito della XVI edizione del Progetto Gutenberg, L’ordine e il caos, a fine maggio 2018 (https://www.facebook.com/associazionegutenberg).

Il Progetto Gutenberg è una Fiera del libro, della multimedialità e della musica, che si svolge in  varie città della Calabria coinvolgendo studenti di licei di vario indirizzo che discutono con autori di libri dei generi più vari, dedicati al tema generale individuato ogni anno. L’ideazione e direzione del Progetto è di Armando Vitale, fino a qualche anno fa Preside del Liceo Galluppi di Catanzaro e ora Presidente dell’omonima Associazione Gutenberg e della Fondazione Imes. Chiamato, dunque, a discutere di Antichi silenzi e del silenzio in generale, ho incontrato professori e studenti del Liceo Della Valle di Cosenza, del Liceo Campanella di Reggio Calabria e del Liceo Galluppi di Catanzaro. Un’esperienza davvero unica e coinvolgente. Gli incontri con docenti e studenti, arricchiti da introduzioni anche multimediali e vivacizzati dalle numerose domande “all’autore”, hanno avuto come tema principale il rapporto e il confronto fra passato e presente; il nuovo, possibile rapporto fra silenzio (difficile sempre da definire, forse più facile da classificare) e velocità della vita moderna; fra libertà di parola e imposizione del silenzio; fra raccoglimento e meditazione e forme frenetiche di comunicazione ed espressione delle proprie idee. Ho sintetizzato, perché le domande sono state tante e ciascuna rivelava interesse, problematicità, necessità di non accontentarsi di slogan e di semplificazioni. Nessuna nostalgia (da parte dell’autore anziano) di un supposto tempo migliore e più silenzioso, anche perché sarebbe abbastanza irresponsabile dare ai più giovani l’idea di qualcosa che si è perduto per sempre e che sarà difficile per loro raggiungere. La vivacità delle ragazze e dei ragazzi e la capacità dei docenti di guidarli in questo delicato percorso: quando tutto questo riesce a essere autentico e sentito, come posso dire di aver sperimentato nei giorni calabresi, restituisce senso alla scuola, allo scrivere, al comunicare e discutere con passione. A trent’anni di distanza dal ‘silenzio’ di Camigliatello Silano, l’esperienza vissuta col Gutenberg può essere più facilmente comunicata e messa in rete, a disposizione del maggior numero di persone interessate, a conferma del produttivo paradosso di un silenzio che riuscirà ad affermarsi quanto più se ne parlerà.